Shakespeare a New York
Emanuela Nava
Feltrinelli, 2021, 140 p. (Feltrinelli Kids)
€ 12,00 ; Età: da 13 anni
Recensione di Riccardo Pontegobbi
Se giocassimo a individuare il soggetto portante di questo romanzo della brava Emanuele Nava avremmo vita facile: il protagonista compie un percorso di superamento della rabbia e della paura che lo stanno attanagliando (i cui motivi non riveleremo). Ma, ben per noi, non siamo impegnati in un noioso laboratorio di soggettazione e, quindi, possiamo prendercela comoda e abbandonarci all’esperta guida dell’autrice che, con andatura lieve e gradevole, ci porta a spasso tra luoghi e atmosfere della Grande Mela, che fanno da sfondo ai molteplici itinerari tematici presenti nel testo, tutti percorribili attraverso i moti d’animo, le passioni, i quotidiani crucci e le gioie della famiglia Amato.
Bob Amato, sedicenne narratore in prima persona, italo-americano di terza generazione, vuol fare l’attore, è appassionato di teatro shakespeariano e sogna un esordio a Broadway, non prima di aver frequentato un imprescindibile corso all’Actor Studio. Per tirare su un po’ di soldi, durante le vacanze estive il ragazzo lavora in una caffetteria italiana, tipico locale newyorkese, dove prevalentemente si serve caffè americano, si cucinano spaghetti scotti (a proposito, nell’ultima pagina ci sarà svelato un trucco per la loro cottura al dente) e può succedere di capitare vicino al mitico Joe Pesci, all’opera su un tiramisù.
La sorella, tredicenne alle prime cotte e la madre vedova, in procinto di iniziare una nuova storia d’amore, vivacizzano le giornate di Bob; ma, è soprattutto Govinda, indiano senzatetto, con l’aspetto e la dignità del professore universitario (forse lo è stato in una precedente vita), che passa le sue giornate nei pressi della fermata della metro, consumando pasti che riceve in dono, e praticando yoga su un tappeto di cartone, il vero maestro spirituale di Bob.
Sull’onda di una curiosa combinazione tra sapienza shakespeariana e culto di Ganesha, Bob potrà spaccare la noce di cocco, simbolo dell’”Io”, e liberarsi dagli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della sua felicità. Il tutto inframmezzato da alcune celeberrime colonne sonore di New York, che colgono Bob in piacevoli “luoghi comuni” della città, da Broccolino a Central Park, mentre la attraversa con l’incedere di un novello folletto Puck.
Testo tratto da: LiBeR n. 132 (ott.-dic. 2021)
Emanuela Nava
Nata e cresciuta a Milano ha iniziato a scrivere poesie tra i banchi di scuola. È stata anche attrice di teatro, pubblicitaria e sceneggiatrice televisiva. Per cinque anni ha collaborato alla stesura dei testi della trasmissione per bambini L’albero azzurro, in onda su RaiUno.