Luvi: storia di una ladra e di un uccellino
Stefan Boonen; traduzione di Laura Pignatti, illustrazioni di Dieter De Schutter
Mondadori, 2025, 328 p. (Contemporanea)
€ 17,00 ; Età: da 10 anni
Recensione di Riccardo Pontegobbi
Prolifico autore belga, Stefan Boonen ci propone in Luvi una storia apparentemente fuori dal tempo, il nostro tempo veloce, segnato dal battito frenetico dell’informazione in cui si disincarnano i fatti e la realtà delle persone. Il suo racconto si estende tra fitti boschi e borghi remoti, e mette in scena personaggi che rimandano a un pantheon di protagonisti (da Rasmus della Lindgren ai piccoli vagabondi di Rodari) di una grande stagione letteraria d’altri tempi, personaggi che si sono messi sulle strade del mondo in cerca di fortuna. Il suo è un universo finzionale che ha le movenze delicate e il fascino dell’inattuale, ma che a ben vedere ha molto a che fare con il nostro qui e ora.
Luisa Robin, 11 anni, è una domestica, come mamma e nonna prima di lei al servizio dei Simmer, una coppia di incattiviti benestanti che per capriccio l’hanno rinominata Luvi. La sua vita è segnata dal duro lavoro e dalla quotidiana ingratitudine dei coniugi, che la trattano come una “specie di… servetta”, e la fanno sentire come un “passerotto domestico”. Quando la misura sarà colma, Luvi non potrà fare altro che fuggire, prendere la via del bosco, eclissarsi senza una meta con la sola voglia di liberarsi dalla gabbietta in cui finora è stata rinchiusa.
Luvi incarna appieno quello che, parafrasando il titolo di un noto libro di Peter Hoeg, potremmo definire “il senso dei ragazzi per la fuga”, una prerogativa tutta infantile segnata dal coraggio estremo di mollare e di aprire a prospettive nuove. Con lei, sulla via del bosco e dei campi, incontriamo altri tre ragazzi fuggiti dal riformatorio con l’idea, confusa quanto mai, di rifarsi una vita altrove.
Non mancano di incrociare Luvi e i suoi nuovi primi amici, rinnovate e aggiornate, figure classiche della fabulazione, come il rappresentante della legge, naturalmente nemico del vagabondo e di chi fugge. Il Commissario darà filo da torcere ai ragazzi e a chi li aiuta, al parrucchiere Rudi, alla dottoressa-sindaca Sofia, al becchino e ad altri, a chi a Borgoscuro, paese di approdo dei fuggitivi, crede che “da soli non siamo nessuno” e che anche per quei poveri ragazzi possa esistere un posto accogliente in cui vivere.
Il romanzo è tutto al presente indicativo, procede per periodi brevi, rifuggendo le subordinate; la frammentazione del discorso e il minimalismo delle descrizioni riescono perfettamente a dar corpo e sostanza a quei piccoli brani di vita che costituiscono la bellezza di questa storia di fuga, approdo e accoglienza che, all’attualità, finisce per pagare un forte tributo.

Testo tratto da LiBeR n. 146
Stefan Boonen
Si è formato come falegname e poi come operatore socio-sanitario per i giovani . Dopo aver completato il servizio civile si trasferì a Lovanio , dove iniziò a lavorare come educatore in un centro di assistenza speciale per i giovani. Dal 1999 è scrittore a tempo pieno. Nel 2000 è stato pubblicato il suo primo libro. Da allora ha scritto decine di titoli per bambini dai 3 ai 15 anni. Scrive libri illustrati, libri da leggere ad alta voce e libri di lettura. Anche i generi letterari in cui scrive sono diversi. Scrive sia libri emozionanti/avventurosi/divertenti che storie su temi di attualità. Molti libri sono stati tradotti, alcuni adattati per il teatro o la televisione.
Oltre ai libri per bambini, Boonen collabora a progetti teatrali ed è stato la forza trainante della rivista letteraria Zulma. Stefan Boonen è stato uno degli ideatori del Children's Book Day ed è strettamente coinvolto nel KABAAL (festival del libro per bambini).