Io Sono Rabbia. Per imparare ad amare la più odiata delle emozioni
testi e illustrazioni di Camilla Ronzullo (in arte Zelda was a Writer)
Ape Junior, 2025, 127 p., ill.
€ 13,90 ; Età: da 7 anni
Recensione di Eugenia Marzocca
I cattivi da sempre esercitano una certa attrazione sui ragazzi poiché è normale che qualche divieto dovrebbe essere loro imposto, quindi trasgredire, arrabbiarsi, dà un senso di libertà. Io Sono Rabbia. Per imparare ad amare la più odiata delle emozioni è un libro-guida, che affronta questa contraddittoria e spesso violenta emozione che può attraversare grandi e bambini, con illustrazioni accattivanti e brevi quanto incisive indicazioni che divertono e coinvolgono i ragazzi senza l’intento di insegnare, bensì di farli riflettere. Niente è infatti più negativo di una sottintesa predica, soprattutto conduce a scarsi risultati. L’adulto che si sente superiore e intende educare il bambino secondo i suoi schemi invita a uniformarsi al modello che considera giusto, in una parola al conformismo. Anche nella letteratura per l’infanzia la narrazione viene prima del messaggio.
Ma torniamo all’emozione più forte e discussa, la rabbia che spesso si unisce alla frustrazione creando uno stato psicologico di grande disagio se non viene controllata. Vanno sgridati i bambini quando trasgrediscono e si lasciano andare ad atteggiamenti incontrollati? Capricci che esprimono con veemenza il loro disappunto e dinanzi ai quali l’adulto si trova a volte impreparato e reagisce con altrettanta emotività, per non dire violenza. Niente di più sbagliato, perdere il controllo impaurisce il bambino e non ottiene gli effetti desiderati. Occorre piuttosto usare un tono dolce e convincente pur spiegando in termini chiari e semplici in che cosa ha sbagliato, perché a lui per primo piace sapere come ci si comporta e riscuotere l’approvazione di chi lo circonda.
Il bambino ha bisogno di amore, ne ha tanto bisogno, come sosteneva Freud, che forse nessuno è in grado di saziarlo. Uno strumento utile per i genitori e insegnanti è ricorrere al disegno perché disegnando il bambino si esprime e lancia messaggi inconsci. Il linguaggio verbale a sei, sette anni non riflette se non in minima parte “i vissuti intrapsichici” dei bambini, mentre attraverso il disegno riescono a comunicare paure, desideri, ira, tensione, impotenza.
Il bambino non ama parlare dei propri conflitti, semplicemente perché non riesce a esprimerli adeguatamente, oggi più che mai. Ciò che per gli adulti è un “problema”, un “sintomo”, per il bambino e l’adolescente è la risposta naturale alle condizioni stressanti che spesso inevitabilmente devono subire. Di qui la rabbia incontrollata che può tradursi nel bambino in pianti e urla e nell’adolescente in gesti di autolesionismo o aggressione. Quindi l’aiuto degli adulti è indispensabile.
Psicoterapeuti, psicologi e scrittori stanno dissotterando aspetti inquietanti che coinvolgono per intero la nostra umanità e attendono ancora una risposta. È certo che non esiste infanzia senza trasgressione, senza aggressività e senza “libido”, e gli adulti che hanno più esperienza, hanno il dovere di aiutare il bambino a scoprire sé stesso e gli altri nel suo percorso di crescita. Devono fare l’impossibile perché impari ad accettare la vita negli aspetti più lieti, ma anche in quelli drammatici. Osservando i bambini c’è sempre qualcosa da imparare sosteneva Anna Freud. Soprattutto attraverso le storie che inventano, le bugie che dicono, essi esprimono, lanciano messaggi inconsci comunicando a volte con intemperanza e violenza tutta la loro rabbia per sentirsi impotenti e incompresi. Occorre perciò interpretare questa sorta di confuso linguaggio della verità.
Il bambino non è soltanto qualcosa di bello da tenere vicino nelle ore libere, ma per crescere bene ha bisogno per parecchi anni di molte attenzioni, non solo sostegno economico, ma impegno affettivo e culturale. Tante sono le strategie affrontate da psicologi, insegnanti, genitori, e forse la strada migliore è la ricerca di dialogo unita alla fermezza e all’esempio. Non si tratta di restaurare e di reprimere, bensì di trovare un giusto equilibrio favorendo le tendenze positive del bambino nel rispetto del suo sviluppo fisico-psichico. Facile a dirsi, più difficile realizzarlo. Quanti genitori attualmente sono in grado di educare i propri figli? Nessuno è perfetto, ma saper riconoscere i propri limiti ed errori cercando di instaurare un rapporto interattivo è già un buon punto di partenza. Altrimenti ben venga la rabbia dei bambini a scuotere l’inerzia degli adulti.

Camilla Ronzullo, in arte Zelda was a Writer
È nata a Milano sul finire degli anni Settanta. È diventata giornalista grazie alla radio. Scrive, illustra e ama parlare, meglio se con le cuffie alle orecchie e un microfono nelle vicinanze. Per Salani ha scritto il romanzo La Misura di Tutto (2018) e il manuale creativo Diario dei Ricordi Futuri (2019) e ha illustrato l’albo per ragazzi Fare la Moda (2022). Nel 2023, per Mondadori, è uscito I no che non dici agli altri sono quelli che imponi a te stessa, una vibrante cavalcata verso il traguardo dell’autolegittimazione. Per Storytel, ha scritto e letto Domani è un altro mondo (2020), un audiodocumentario dedicato al romanzo Via col vento. Per Chora Media ha lavorato ai podcast L’Ebreo onorario (2021) e Per cielo e per terra (2023).
Dal 2009, con immutato entusiasmo, gestisce un progetto chiamato Zelda was a writer, un avamposto di creatività sconsiderata supportato da un nutrito gruppo di persone gentili e interessanti.