“Il grande manca”: la ricerca di un centro di gravità permanente da costruire sull’amore… variamente declinato

Il grande manca

Pierdomenico Baccalario

Il Castoro, 2023, 233 p.

€ 15,50 ; Età: da 14 anni

Recensione di Riccardo Pontegobbi

Federico, poco più che ventenne, finisce in coma per un trauma cranico provocato da una misteriosa caduta, non si sa se dovuta a un banale incidente domestico, oppure a una colluttazione con qualcuno che potrebbe essersi introdotto nell’appartamento in cui vive da solo. Un vicino dichiara alla polizia di aver udito uno sparo, ma non ne è poi così sicuro e non ci sono tracce di bossoli, né di ferite che possano avvalorare questa ipotesi.

In una Torino dei nostri giorni, a partire dalla metà di un gelido gennaio, tocca allora a Vittorio, il fratello più piccolo, matricola al liceo, dettare per mesi la cruda “cronaca di una mancanza annunciata” e tirare le fila dell’elaborazione di un dolore in cui si mescolano rabbia, impotenza, sensi di colpa, ma anche voglia di ripartire, un dolore che paralizza i genitori e disorienta gli amici. Vittorio si incarica di riunire il gruppo dei quattro che, settimanalmente, si ritrovano per vivere la grande passione per i giochi di ruolo, sotto la direzione di “Fede”, a detta di tutti un master d’eccezionale abilità. Tutti insieme dovranno completare la collezione di libri di genere fantastico appartenuti a Federico, la cui scrupolosa “Mancolista”, che Vittorio ha recuperato, comprende collane anche di difficile reperibilità, addirittura Libri impossibili, considerati irraggiungibili perfino dai collezionisti più esperti.

La dichiarazione d’affetto che sprigiona da questa impresa li aiuterà a non essere inghiottiti dal buco nero del grande vuoto e a tentare di dare un senso a una realtà sempre più fuori controllo. Quel centro di gravità permanente su cui tutti vorremmo poggiare, per i protagonisti di questa storia si costruisce sull’amore variamente declinato: i genitori, fisici sperimentali delle particelle, lavorano da sempre alla ricerca dell’armonia, da raggiungere scoprendo l’enorme percentuale di materia oscura mancante nel computo complessivo dell’universo, e ognuno dei ragazzi ha con la vita e la sua ordinaria incompiutezza un conto in sospeso.

L’alto livello di intertestualità che caratterizza il libro è un forte omaggio ai classici del fantastico da parte di un autore di cui è noto il raffinato gusto per la lettura e per la sua diffusione, a partire dai romanzi che, citati in esergo a ogni capitolo, lanciano suggestioni, invitano ad approfondire e a trovare connessioni con la storia. Lo stesso paratesto ben concorre alla narrazione d’insieme: dalla numerazione dei capitoli al contrario alla singolare grafica del volume, attraversato dalla copertina alla quarta da un foro del diametro di una matita (o di cos’altro scopriremo godendo di questa bella storia fino alla fine).

Testo tratto da LiBeR n. 139 (lug.-set. 2023)

Pierdomenico Baccalario

Scrittore e giornalista, ha pubblicato romanzi tradotti in più di trenta lingue, che hanno venduto più di due milioni di copie nel mondo. Autore di romanzi, libri-gioco, racconti, giochi di ruolo, progetti didattici e umanitari e articoli specialistici, Baccalario è anche giornalista e sceneggiatore. Nel 1998, il suo romanzo La Strada del Guerriero gli ha valso il Premio Il Battello a vapore.