I fantasmi di Clara
Ilaria Palmosi ; illustrazioni di Laura Borio
Mondadori, 2024, 222 p.
€ 17,00 ; Età: da 12 anni
Recensione di Riccardo Pontegobbi
Manca una settimana all’inizio della scuola, all’ingresso in prima media, quando Clara Rot, 11 anni e mezzo, inizia a raccontare la sua storia. Con l’aiuto di un bell’incipit si entra velocemente nel cuore della vicenda, venendo a sapere che la ragazzina parla con i morti o “Andati” (come loro preferiscono essere definiti) fin dall’età di sette anni. Di più, Clara è addirittura un Tramite, svolge il delicato compito di assistere quelle anime instabili che non hanno ancora trovato rifugio certo nell’Oltreterra, e tornano come fantasmi, terrorizzati dal timore di essere completamente dimenticati, a cercare di chiudere i conti con il passato, chiedendo proprio a Clara istruzioni su come fare il passo giusto ― sia chiaro, ottenibile solamente a suon di buone azioni ― per non finire Piugiù, nel regno del Male e delle Ombre evanescenti.
Per ironia della sorte, quanto a stabilità, Clara non se la passa meglio dei suoi Andati. Deve infatti elaborare il dolore per la morte della madre, superare il lutto per non cadere piugiù, oltre quella condizione di rabbia e isolamento che già tormenta le sue giornate. Suo padre, poi, non sembra comprenderla più, ha una nuova compagna (la “finta mamma”), che lei ovviamente odia, al pari dei suoi coetanei, ai quali preferisce le chiacchere con i morti. In questo quadro fanno eccezione l’adorata sorellina Minù, il cane Schinchi e Mira, fantasma amica e protettrice.
Ghost story delicata, l’opera è attraversata da una piacevole vena umoristica ― ben supportata dall’uso di un linguaggio asciutto e scattante, in buona parte espresso con l’efficacia di una narrazione in prima persona al presente indicativo ― e articolata in un solido, quanto drammatico, percorso di crescita, un mix di ingredienti, questo, che potrà favorirne la lettura fin dagli anni della preadolescenza.
Gli omaggi dispensati dall’autrice sono molti e dichiarati, tutti volti a sostenere una fitta intertestualità, che riannoda i fili di un ricco immaginario narrativo e filmico (la grottesca burocrazia ultraterrena inventata da Tim Burton in Beetlejuice, docet). Si capisce che per questa buona prova narrativa l’autrice, esordiente nel settore ragazzi, ha assimilato la lezione di molti classici e soprattutto (classici) contemporanei, dal grande Roald Dahl delle Streghe all’indiscusso campione dark Neil Gaiman. Tanto che, come in Coraline, anche qui nella scelta tra Bene e Male, nella lotta per non abbandonarsi all’egoismo, alla codardia, alla solitudine, saranno il coraggio delle proprie azioni, l’altruismo e l’amicizia a fare la differenza.

Ilaria Palmosi
È nata nel 1982 e vive in provincia di Venezia. Insegna italiano alle medie, ha tre figli, due cani, ama la natura, gli animali, vivere vicino al mare e inventarsi storie assurde che poi scrive. Ha pubblicato alcune poesie nell’antologia Folia sine nomine secunda (Marsilio Editore), il romanzo La signora Burt (Fermento Editore) e L’incanto delle piccole cose (De Agostini Editore). Il suo ultimo romanzo, I fantasmi di Clara, , rivolto ai ragazzi, è uscito per Mondadori.