Gridare amore dal centro del mondo
Kyòichi Katayama; traduzione di Marcella Mariotti
Salani, 2025, 183 p.
€ 14,90
Recensione di Paola Benadusi Marzocca
La riedizione di Gridare Amore dal Centro del Mondo di Kyòichi Katayama è un invito per i giovani a riscoprire l’amore nella sua più profonda complessità. L’atmosfera che si respira in questo romanzo è un mix di mistero e realismo, pervaso da una forte tensione erotica nella quale il rapporto tra i due giovani protagonisti, Sakutaro e Aki, compagni di classe, appena adolescenti, si dilata nella tradizione del grande amore neoromantico. Forse è eccessivo ricordare il mito di Tristano e Isotta, ma il sogno d’amore dei due protagonisti ha l’inconsueta bellezza di una nascosta innocenza interiore.
Il legame tra i due comincia presto in un crescendo di sensazioni sconosciute e inebrianti nelle quali anche la malinconia ha una parte importante, come la bellezza. Aki è bella con la sua pelle chiara, i lineamenti delicati, i lunghi capelli neri e lo sguardo intenso.Dinanzi al sentimento che lo travolge, pensieri cupi assalgono Sakutaro: “per quanto a lungo fossi vissuto, non avrei potuto desiderare una felicità più grande; non potevo fare che conservarla con cura.” Quella felicità mi spaventava.”
La passione tra i due giovani si dilata nel ricordo che il nonno racconta al nipote, la storia del vero amore della sua esistenza, corrisposto ma non realizzato verso una ragazza che è stata obbligata a sposare un altro uomo. Ormai anziani si incontrano più innamorati che mai e quando la donna muore, il nonno di Sakutaro conduce il nipote presso l’urna della sua amata e prende una manciata delle sue ceneri perché dopo la sua morte siano unite alle sue e disperse su un prato fiorito. “Giorni d’estate, notti d’inverno, dopo cent’anni, sarò da te”, l’ultimo verso di un’antica poesia cinese sarà il suo epitaffio che racchiude la speranza di tornare insieme nell’aldilà.
Il colloquio tra i due giovani è continuo e proprio la capacità di comunicare anche attraverso l’oscurità e il silenzio rende coinvolgente la loro storia. Tanto più forte diventa il sentimento che li unisce quanto improvvisa si consuma la tragedia. Aki viene colpita da una malattia inguaribile e nel giro di pochi mesi muore lasciando il suo amato in un attonito dolore, nel quale sogno e realtà si confondono dandogli la forza di accettare di nuovo la vita.Come ha scritto Alessandro D’Avenia a proposito di una storia d’amore tra due giovani ungheresi finita tragicamente durante l’occupazione nazista, “fare memoria non è suscitare sensi di colpa ma dare vita”.
Il successo di questo romanzo dal quale è stato tratto un film, una popolare serie televisiva ed anche un manga, rivela la sete di valori e sentimenti presenti in tanti giovani e questo non può che essere un segnale positivo e un invito ad amare sempre rispettando e cercando il bene dell’amato.

Kyōichi Katayama
È uno scrittore giapponese nato nel 1959. Si è laureato all'Università di Kyūshū. Il primo libro importante di Katayama è stato Kehai (Segno) con il quale l'autore ha vinto il premio Bungakkai Newcomers. Il suo, Gridare amore dal centro del mondo, solo in Giappone ha venduto circa quattro milioni di copie. Dal libro è stato tratto un manga (illustrato da Kazumi Kazui), una serie televisiva ed un film. In italiano è stato anche pubblicato il suo romanzo Come sabbia è il mio amore.