Lud nella Nebbia
Hope Mirrless; traduzione di Lucrezia Pei, prefazione di Neil Gaiman, illustrazioni di Gaia Eloe Cairo
Cliquot, 2025, 320 p.
€ 24,00 ; Età: da 14 anni
Tutti gli antenati di Harry Potter - di Paola Benadusi Marzocca
Con la recente pubblicazione di Lud nella Nebbia di Hope Mirrless il genere fantasy si arricchisce di antenati senza modificare il nucleo primario che si può fare risalire allo scozzese George MacDonald, ritenuto uno dei padri della letteratura fantasy del secolo scorso. Grande amico di Lewis Carrol, a cui dobbiamo l’indimenticabile Alice Nel Paese delle Meraviglie, questo originale professore di letteratura inglese scrisse numerosi romanzi e racconti per bambini traendo gran parte del suo materiale dal folklore scozzese popolato di esseri alieni e di gnomi dispettosi fino alla cattiveria. Non a caso la principessa Makemnoit, “astiosa e bisbetica” che priva la nipotina della forza di gravità, ha la fronte grande quanto il resto del viso e gli occhietti che sprizzano lampi gialli e verdi (La principessa leggera, Emme 1990).
Sicuramente Harry Potter della scrittrice inglese Joanne K. Rowling non sarebbe esistito se non fossero state scritte Le Cronache di Narnia di C.S. Lewis. Con ritmo narrativo incalzante Lewis immerge in un fantastico viaggio nel tempo, creando i contorni di un mondo parallelo a quello reale, popolato da un’incredibile girandola di personaggi del mito e delle fiabe, fauni, streghe, animali parlanti, guerrieri antichi ed anche Babbo Natale. Nel primo e più famoso racconto della serie Il leone, la strega e l’armadio, protagonisti sono quattro fratelli e la loro avventura comincia in una antica e imponente villa immersa nella campagna inglese.
Una casa simile si ritrova nella storia di Mary, la bambina sognatrice e incompresa, protagonista de La piccola scopa di Mary Stewart pubblicato in Italia più di trenta anni fa. Basterà a Mary incontrare un gattino nero con il dono della parola per trovarsi a cavalcioni di una scopa volante inseguita da una strega cattivissima. Anche qui come nella saga di Harry Potter c’è una scuola di magia dove si prende lezioni per sconfiggere i malvagi e salvare gli animali in pericolo di vita.
Di certo il genere fantasy nasce nel mondo anglosassone; entrare in mondi diversi diventa un’avventura entusiasmante per cui non è casuale l’attrazione che la saga di Harry Potter ha suscitato e suscita nei ragazzi. La Rowling ha attinto in modo sapiente anche dal ciclo di Susan Cooper, Il risveglio delle tenebre che a sua volta rimanda alla leggenda di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda.
Ma uno dei modelli più avvincenti di romanzi fantasy è Kay Harker, il bambino ingenuo e fantasioso de Il popolo di Mezzanotte e Lo scrigno delle meraviglie di John Masefield. Come Harry Potter anche Kay è orfano e inizia la sua avventura partendo da una stazione. Vive con persone che non lo amano e guardano con sospetto la sua tendenza all’isolamento. La vita fantastica per Kay è ben più interessante di quella vera e il mondo che cerca è ben più vasto di quello degli adulti.La ricerca della dimensione magica è creativa, non ha limiti e dà potere; i bambini desiderano possedere poteri soprannaturali, come identificarsi in eroi positivi integrando anche qualcosa di cattivo dentro di sé.
Ritornando a Lud nella nebbia, protagonista è il sindaco Nathaniel Chanticleer, una brava persona, di indole tranquilla. Il suo problema è che l’antica cittadina che dà il nome al romanzo, caratterizzata da case e palazzi dai mattoni di tonalità dorata, con un porto pieno di barche dalle vele dai colori smaglianti, vivace e popolosa, confina, anzi è l’ultimo avamposto prima del Paese delle Fate. Trovarsi così vicino ad una dimensione parallela, dominata dalla magia,fa paura agli abitanti di Lud in gran parte mercanti e borghesi legati a modelli di produzione efficienti e redditizi. Così proibiscono di fare entrare i frutti fatati provenienti da quelle terre. Coloro che li mangiano perdono il contatto con la realtà per entrare in dimensioni fantastiche, cominciando per esempio a passare il tempo scrivendo poesie. Se ne mangiano troppi fuggono nel regno delle Fate dove non c’è scienza, filosofia, storia che possano indicare la via giusta. Non meraviglia che la narrazione intrigata e un po’ oscura di questo romanzo che rappresenta l’enigmatico destino degli esseri viventi privi di un disegno preciso e logico, sia piaciuta a Neil Gaiman, che ha scritto la prefazione.
Le storie quando raggiungono il mito sono avvincenti e possono avere più livelli di lettura perché l’ambiguità favolistica come quella poetica offre come in questo caso le più svariate interpretazioni.

Hope Mirrlees (1887-1978)
Cresciuta in Scozia ha esordito nel 1919 con la casa editrice Hogarth Press di Leonard e Virginia Woolf con Paris: a Poem, componimento poetico che ebbe un grande impatto su T.S. Eliot e sulla stessa Woolf, e che dagli anni Duemila è in fase di grande rivalutazione nell’ambito degli studi sul Modernismo. Per molti anni in sordina sono rimasti anche i suoi primi due romanzi: Madeleine: One of Love’s Jansenists (1919), The Counterplot (1924), mentre Lud-in-the-Mist (1926) è l’opera grazie alla quale l’autrice è ricordata oggi.