“Ciao Micio!”: divertenti, toccanti, splendide poesie raccolte in un picture book dai disegni davvero mirabili

Ciao Micio!
Bette Westera, Koos Meinderts, Hans Hagen, Monique Hagen, Sjoerd Kuyper; illustrazioni di Mies van Hout; traduzione di Valentina Freschi, Nicola Cinquetti
Camelozampa, 2022, 52 p. (LE PIUME)
€ 18,90 Età: da 4 anni

Recensione di Paola Benadusi Marzocca

Cade il 27 febbraio nel segno zodiacale dei Pesci la giornata mondiale del gatto, ma i gatti, come da sempre ha sostenuto la grande astronoma Margherita Hack, non seguono i segni astrologici, anzi lei diceva che siamo tutti sotto il segno del gatto perché gli astri da innumerevoli anni luce vanno per conto loro, senza soffermarsi più di tanto sulle quotidiane vicissitudini degli uomini e in questi giorni particolarmente drammatiche.

I gatti lo sanno. Straordinari animali, spesso considerati inaffidabili e traditori, ma chi possiede un gatto non può che ricredersi da questa credenza che affonda le sue radici nei secoli più oscuri del medioevo, quelli della caccia alle streghe, quindi anche ai gatti, in particolare quelli neri. Se la fortuna del gatto non è stata costante come quella delle donne attraverso i secoli, sappiamo per certo che il gatto è l'animale per eccellenza che si può usare come metro di giudizio, riflesso della civiltà dell'uomo nelle varie epoche, riprova evidente della sua tolleranza e buongusto e della sua stupidità. Cocteau diceva che "l'uomo è giusto nella misura in cui sa comprendere il gatto."

E' l'unico animale al mondo che sa alternare con mirabile equilibrio riti di sudditanza ad atteggiamenti di re in esilio per questo forse è un animale amato dagli scrittori e dagli artisti come dimostrano le divertenti, toccanti, splendide poesie raccolte con disegni davvero mirabili in Ciao Micio! di Mies van Hout con la traduzione "poetica" di Nicola Cinquetti e dal nederlandese di Valentina Freschi.

"Artiglia la mia ciccia/ struscia la mia pelliccia/ fammi una carezza/ scaldami/ con dolcezza".

Il gatto affascina per il mistero delle sue pupille iridescenti, per la sua grazia felpata, per il suo stile da antico predone. La letteratura per ragazzi è popolata di gatti spesso parlanti e vestiti con abiti umani, dal Gatto con gli stivali della celebre fiaba di Charles Perrault, artefice della fortuna del suo padrone, al Cheshire Puss, tigrato, dagli occhi grandi e tondi e dalle caustiche battute nel fantastico universo di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol. Nel Bestiario di Apollinaire il nostro animale passeggia indisturbato fra i libri, presenza indispensabile nell'intimità della stanza del poeta. Un personaggio indimenticabile resta Belzebù, lo spelacchiato gatto nero di cui Teophile Gautier ci ha lasciato un impareggiabile ritratto in Capitan Fracassa.

Il gatto non è infedele, è insofferente, orgoglioso. E' nemico del disordine e del caos; è un talismano di fortuna e felicità che ha elaborato attraverso i millenni i pensieri dell'uomo creando nascoste rispondenze. Le sue posizioni particolari, o raggomitolato in sé o da sfinge nel deserto, le sue pupille capaci di dilatarsi e di restringersi, quegli occhi obliqui che penetrano il buio simili a pietre fosforescenti, colpirono l'immaginazione degli antichi Egizi che attribuirono al gatto poteri soprannaturali riconoscendogli anche la facoltà di influire sulla crescita dei prodotti dei campi. Nella dea Bastet di nobilissimi natali, figlia di Iside dea del sole, della luna e della terra, si sarebbe incarnato il divino animale.

Che il gatto in ogni secolo abbia avuto successo ai vertici più alti della società è fuor di dubbio. Basti pensare a Maometto che viziava il suo gatto Muezza tanto che piuttosto che disturbare il suo sonno tagliò una volta, raccontano, la parte di tunica in cui si era acciambellato. Anche lo spietato Richelieu li amava, tanto da lasciare ai suoi quattordici gatti buona parte della sua eredità. Per fare un esempio più recente Winston Churchill si faceva fotografare volentieri con i suoi tre gatti nello studio privato di Downing Street. E l'elenco delle celebrità che hanno scelto il gatto come compagno ideale potrebbe proseguire.

Ai nostri giorni, nella nostra disordinata società, nelle nostre caotiche città, nelle guerre che insanguinano da più parti il nostro pianeta, se il gatto sapesse parlare sicuramente avrebbe molto da ridire sull'imbarbarimento e la volgarità imperanti. Si accontenta invece di socchiudere indolente e distaccato i suoi occhi giallo-verde persi nel vuoto e sfuggire come può all'ignoranza e alla violenza umana.

Mies van Hout

A oggi ha illustrato oltre 100 libri per bambini, tradotti in più di 20 lingue, e ha venduto oltre un milione di copie. Ha vinto per due volte il Dutch Children's Bookshops Prize e le è stato assegnato il premio Flag and Pennant dalla Golden Paintbrush Jury.