“Il giorno del tuo arrivo”, un albo ideale per spiegare ai bambini e agli adulti cos’è l’adozione

Il giorno del tuo arrivo

Dolores Brown, Reza Dalvand trad. di Giulia Di Filippo

Nube Ocho, 2019, 36 p., ill.

€ 14,90 Età: da 4 anni

Recensione di Barbara Confortini

Una storia che mi piace leggere e raccontare. Mi ha incuriosito da subito: complici le belle illustrazioni di copertina e un titolo che sembra uno slogan. Ho iniziato a sfogliarlo e a leggere alcune frasi e ho capito che in quelle pagine c’era un po’ di me e della mia storia. Frasi che ti entrano dentro all’improvviso e smuovono pensieri latenti e sopiti.
Il giorno del tuo arrivo è un dialogo tra una mamma, un papà e la figlia adottiva con un narratore speciale, un coniglietto rosa con la maglietta a righe. Dolores Brown, pseudonimo di un’autrice americana, sembra conoscere bene l’argomento in questione, è riuscita a descrivere i personaggi e l’evento come se l’avesse vissuto.
Nella narrazione ha scelto di dare voce ai genitori adottivi, perché oltre a raccontare una storia di adozione racconta anche l’essere genitori che si compie nel momento magico che accomuna il sentire di tutti i genitori adottivi e dei loro figli: l’emozione dell’incontro.
Esiste quel luogo e quel momento in cui tutto è perfetto. Per me è l’inizio di una nuova vita a tre: «A volte quando desideri qualcosa molto intensamente, sembra che il tempo non passi mai». I genitori adottivi conoscono bene quanto è lunga e sfiancante l’attesa. «Non sapevamo il giorno del tuo arrivo». Ecco lo sfinimento dell’attesa adottiva è tutta in queste parole: non c’è una data di arrivo. Una coppia aspetta. Aspetta l’arrivo di un bambino, un bambino che ha adottato.
Ma quanti dubbi, quante domande riempiono l’attesa?
Oggi non si sa niente e poi domani – chissà quando - quel figlio arriva come un uragano e per quel padre e quella madre finalmente ha fine una gestazione durata anni.
«Un giorno, finalmente, hai fatto capolino nelle nostre vite».
Ecco che il racconto si fa realistico, non c’è spazio per tristezza o paternalismi, ci racconta l’aspetto più bello, quasi a travolgere il lettore: dopo l’immagine di un abbraccio intimo e gioioso arrivano i momenti colorati di vita “vera”, di conoscenza, fra amici, parenti e nuove abitudini.
«Da quando sei qui, Emilio e Cuca sono più felici che mai. Anche noi lo siamo, perché ti abbiamo aspettato a lungo…».
Il racconto ha un grande rispetto per i protagonisti dell’adozione, sottolineando gli aspetti felici della nascita di una famiglia adottiva. Altra scelta interessante, che sorprende nella narrazione, è l’uso della prima persona plurale: l’attesa adottiva infatti, a differenza della gravidanza, è una attesa consapevolmente paritetica. Il noi, poi, ingloba il figlio al suo arrivo, in un’armonia che sembra essere stata così da sempre.
Il testo è arricchito da illustrazioni che ci restituiscono gesti e sguardi intensi, l’intimità del rapporto. È come un susseguirsi di colori: prima dell’incontro è il bianco che occupa lo spazio poi lentamente sparisce, lasciando al colore il compito di riempire le tavole di traboccante euforia. Sono illustrazioni che hanno la forza di trasmettere tutto l’amore che due genitori possono dare ad un figlio adottivo..
L’albo è ideale per spiegare ai bambini e agli adulti cos’è l’adozione, come va raccontata e quali i sono le parole giuste da usare.