“Iboy” e le tante sfaccettature della violenza contemporanea

iBoy

Kevin Brooks; trad. di G. Salvi

Piemme, 2017, 245 p.

€ 16,50 ; Età: da 13 anni

Recensione di Riccardo Pontegobbi

Prosegue per merito di Piemme la pubblicazione delle opere di Kevin Brooks, autore impostosi all’attenzione della comunità letteraria Young Adult grazie al concentrazionario Bunker Diary, romanzo che gli è valso nel 2014 l’onore della Carnegie Medal. L’attribuzione del prestigioso premio a uno scrittore così poco sensibile come lo è Brooks al politicamente corretto e all’happy end ha fatto rivivere a distanza di un ventennio le polemiche che accompagnarono l’uscita di alcune opere di Melvin Burgess e fatto pensare alle tante affinità esistenti tra i due autori, impegnati con i loro romanzi nella composizione di una history of violence (il riferimento a David Cronenberg non è affatto casuale), nella cui trama si articolano le tante sfaccettature della violenza contemporanea, osservata sempre impietosamente, con accanimento “pedagogico” e senza filtri perbenistici dai 16-17enni protagonisti.

Per Brooks è la violenza del potere assoluto dispiegata nelle truci cronache del Bunker; quella delle dipendenze devastanti e del terrorismo in Naked, ambientato sulla ribollente scena punk londinese nell’estate 1976; quella sordida e ambigua del gruppo amicale ne L’estate del coniglio nero. A questo quadro iBoy aggiunge un nuovo tassello, con lo stupro di gruppo di una ragazzina compiuto dai componenti di una gang attiva nella degradata periferia londinese, dipinta attraverso le tonalità noir dei suoi palazzoni di case popolari, lo spaccio di strada e l’illegalità diffusa. È l’amico e innamorato, il sedicenneTom Harvey, a prendersi cura di lei, a tentare di “rimetterne insieme i pezzi”, dopo che un iPhone scagliatogli contro dagli aggressori gli ha fratturato il cranio, lacerato il cervello e in frammenti vi si è conficcato modificandone le funzioni e trasformando il ragazzo in iBoy, supereroe 2.0, fluido e pulsante come la Rete, capace con il suo cyber-cervello di navigare nel web e di approfittare delle sue incredibili (e letali) risorse per infliggere ai gangster una dura punizione.

Una storia avvincente, essenziale come un action movie, che si fa largo tra i dilemmi provocati da scelte morali basilari, mai scontate: vendetta o giustizia, impegno o indifferenza, coraggio o paura?

Testo tratto da: LiBeR, n. 116 (ott.-dic. 2017)

Kevin Brooks

Kevin Brooks (1959) è nato e cresciuto a Exeter. Terminata la scuola si è trasferito a Londra per cercare di diventare una rock star. Dopo aver lavorato in uno zoo, un crematorio e un ufficio postale, ha cominciato a fare quello che gli riusciva meglio: scrivere libri per adolescenti. Ha vinto numerosi premi, tra cui la Carnegie Medal, il più prestigioso riconoscimento della letteratura inglese per ragazzi, per Bunker Diary, e il Premio Mare di Libri con L'estate del coniglio nero. Tra gli altri suoi romanzi, pubblicati da Piemme, ricordiamo iBoy (2017), da cui è stato tratto l'omonimo film originale Netflix, Naked (2016), Dogchild (2018) e Lucas. Una storia di amore e odio (2019).